Tracce di esistenze prendono vita attraverso il bisogno di accettazione di una perdita: è così che un luogo vivo diventa solo il racconto di una vita passata. Tutto è immobile, non è accaduto nulla?
Come in attesa che l’orologio riprenda il ticchettìo e continui la sua corsa, attimo dopo attimo, il tempo cristallizza una vita, ne marca i confini, la circoscrive in un continuo loop di immobile abbandono senza via di uscita.
Fuori dicono, è il 2022.
Non qui. In questo micro mondo tutto si è fermato il 28 Dicembre 2019, tutto sembra quasi come proteso a bloccare l’attimo fatale a quel giorno, a quel momento in cui qualcuno ha deciso arbitrariamente che il tempo si interrompesse.
È la mia, una narrazione muta, visiva, meditativa e sofferta.
Si fermano le tracce, resta l’orma. Lontano ricordo di ciò che fu.
Ma tu che guardi, forse, potrai portare dentro i tuoi occhi, nei tuoi pensieri, racchiuse nel cuore, queste immagini e forse, il tempo resterà comunque fermo ma dentro la fredda stasi delle cose, nascerà un piccolo raggio di sole. Per non dimenticare. Per ricordare.